giovedì 3 gennaio 2013

prezzi oli vegetali - bioliquidi e sottoprodotti

LISTINO PREZZI AGGIORNATO AL: 02.01.2013 - h: 15:00
·                     Disponibilità: PRONTA CONSEGNA (1-2-3) – (3-4-5-6) entro 40 gg data ordine;
·                     Quantità minima 1 ATB (28,00 metric tons circa), prodotti Franco Partenza Bergamo (B)-
Genova (G) - Bocca Serbatoi Centrale (C);
·                     Trasporto e Pagamento da concordare;
·                     Quantità massima da programmare;
 
PRODOTTO
CARATTERISTICHE
PREZZO
VARIAZIONI
1) OLIO DI PALMA GREZZO
NC 1511 (G)
FFA. 5-6% MAX. MIU.0,2%MAX.
€\ton. 923,00
+5
2 ) OLIO DI GIRASOLE
NC 1512 (Tracciabile da filiera EU) (B)
FFA 1,5% MAX. MIU 0,05% MAX.
€\ton. 930,00
+5
3)ALTRI GRASSI ED OLI VEGETALI E LORO FRAZIONI
NC 1515  (C) (Certificato sostenibilità) prov. India
FFA 3% MAX MIU 0,05% MAX.
€\ton. 640,00
+5
4)ALTRI GRASSI ED OLI VEGETALI E LORO FRAZIONI
NC 1515  (G) (Certificato sostenibilità) prov. India
FFA 3% MAX MIU 0,05% MAX.
€\ton. 560,00
+5
5)GRASSI OLI VEGETALI COTTI (SOTTOPRODOTTO LAVORAZIONE)
NC 1518  (G) (Certificato sostenibilità) prov. India
FFA 3% MAX MIU 0,05% MAX.
€\ton. 560,00
+5
6)GRASSI OLI VEGETALI COTTI (SOTTOPRODOTTO LAVORAZIONE)
NC 1518  (C) (Certificato sostenibilità) prov. India
FFA 3% MAX MIU 0,05% MAX.
€\ton. 640,00
+5
7)GRASSI OLI VEGETALI COTTI (SOTTOPRODOTTO LAVORAZIONE) MPS (Nò per cogenerazione)
(M) prov. Milano
FFA 3% MAX MIU 0,05% MAX.
€\ton. 640,00
+5
 

mercoledì 22 agosto 2012

Over the past 10 years, Tae decided to focus on its core buisiness on the construction of generators vegetable oil, ORC turbines, gasifier of solid biomass.


The Company has also pursued the provision of turnkey contracts (Italian market) and decided to increase its service through the development of a global service also directed at the central built by third parties, including the provision of ...equipment and engineering services.

Tae is one of the few companies in Italy able to offer a wide range of products as a manufacturer of all major components of power plants to supply the entire system or provide only the equipment (generator Duplex - ORC module cogenrativo CO-NOx , Gasification reactor, photobioreactor for mass production of microalgae, up to the opening of a third party or in partenerschip collection centers vegetable oils).

Tae is now fully recognized in the financial system as EPC turnkey projects, and therefore as a global provider of plant needed for the opening and commissioning of power plants fueled by biomass liquid and solid either directly or as sub supplier for General Contractor.

www.taebioenergy.com

sabato 4 agosto 2012

L'azienda è in grado di fornire  impianti di generazione elettrica dal recupero termico di processi di combustione e di cogenerazione.
L'apparecchiatura sfrutta un processo Rankine e tramite l'utilizzo di uno speciale gas può  sfruttare energia termica a basse temperature 80-90°C per la relativa riconversione in energia elettrica.
Il rendimento dell'apparecchiatura è dell'ordine del 9%.
Da 500 kW termici con fluido vettore a 90°C e portate nell'ordine di 8 l/s e temperature ambiente intorno ai 25°C si possono recuperare 45 kW elettrici.

Per maggiori informazioni inviare mail a : commerciale@taebioenergy.com

martedì 9 agosto 2011

Nuovo Generatore Olio D420-11



Presentato il restyling del generatore D420-10. Il nuovo modello identificato con la sigla D420-11 presenta alcune innovative migliorie sul lato estetico e prestazionale. Minori consumi, minori tempi realizzativi e minori spazi occupati.






A breve verrà pubblicata la nuova scheda tecnica.






Per vedere le nuove immagini del D420-11 visitate il nostro sito : http://www.generatoreolio.com/ e http://www.taebioenergy.com/

domenica 3 aprile 2011

Affamati di ENERGIA e la risposta di TAE con il progetto Filieraenergia

La forte espansione demografica, la continua e spasmodica rincorsa al consumo (PIL) della civiltà occidentale ormai satura di tutti i confort vitali fa si che per dare continuità a questo fragile sistema si continui a produrre energia con qualsiasi mezzo. Intendiamoci , oggi l’idea di veder conclusa quest’era ci terrorizza, per questo motivo si investono decine di migliaia di miliardi di €uro ogni anno per incentivare la possibilità di poter individuare con gli stessi costi attuali o anche leggermente maggiori, altri metodi per produrre ancora più energia che però sia in grado di rinnovarsi il più possibile. Non siamo diventati di colpo ambientalisti, anzi, vogliamo solo aumentare i nostri consumi in maniera che non ci si preoccupi che un domani possa essere scritta la parola fine al nostro benessere. Anche se non disponendo di milioni di €, la Tae crede nell’obbiettivo di poter realizzare una filiera energetica che sia il più possibile rinnovabile, più competitiva se confrontata per macronumeri, a quella attuale. Risultato di questa ricerca è la realizzazione di una filiera energetica più efficiente in termine di produttività rispetto a quelle attuali. Con queste motivazioni nasce il progetto Filieraenergia di Tae. GLV

mercoledì 23 marzo 2011

Gli Italiani e il Nucleare dopo l'incidente giapponese


Quasi il 90% degli italiani preferirebbe investire nelle energie rinnovabili che nel nucleare, con il 17% dei nostri connazionali che a seguito del disastro in Giappone ha cambiato idea sulla sicurezza del nucleare. Il 68% degli intervistati è contrario all'utilizzo del nucleare in Italia. Questi alcuni dei risultati di un sondaggio effettuato a marzo dall’Osservatorio giornalistico Mediawatch su un campione di 1.030 italiani, di età compresa tra i 18 e i 70 anni, tramite mail e controllo dati. Un sondaggio che fa capire il motivo del repentino bisogno di frenare sull’atomo da parte del Governo italiano. Secondo molti osservatori una necessità opportunistica visto il momento, tutta incentrata su questioni elettorali e ben poco rivolta all’interesse di salvaguardare la sicurezza dei cittadini.

Secondo il sondaggio, la maggioranza degli italiani boccia senza appello l'energia prodotta da atomo: alla domanda sulla possibilità di risolvere le necessità energetiche italiane senza l'utilizzo del nucleare, risponde 'sì' il 66% degli intervistati.

Ma è ancor più ampio il campione che investirebbe sulle rinnovabili: l'89% degli italiani dirotterebbe infatti i soldi che il Governo metterà a disposizione per il nucleare a favore di fonti energetiche alternative. E in tal senso i nostri connazionali disapprovano la politica del governo: alla domanda "è d'accordo sul decreto Romani, che congela i contribuiti alle energie rinnovabili anche retroattivamente?", risponde 'no' l'83% degli interpellati.

Ecco i risultati del sondaggio:

E’ a favore del nucleare in Italia? No: 68% - Sì: 32%

Gli ultimi fatti in Giappone le hanno fatto cambiare idea sulla sicurezza del nucleare? No: 83% - Sì: 17%

Secondo lei è possibile risolvere le necessità energetiche italiane senza l’utilizzo del nucleare? No: 34% - Sì: 66%

Lei sarebbe favorevole a investire i soldi che il governo metterà a disposizione per il nucleare a favore di fonti rinnovabili? No: 11% - Sì: 89%

E’ d’accordo sul decreto Romani, che toglie i contribuiti alle energie alternative anche retroattivamente? No: 83% - Sì: 17%

Il Biodisel dalle alghe fonte Giulio Meneghello Qualenergia.it

Sono tra i più promettenti biocarburanti della cosiddetta terza generazione, i biofuel da alghe da tempo hanno attirato l'attenzione del mondo dell'energia, catalizzando anche un discreto volume di investimenti addirittura da parte dei grandi del petrolio. Ma ricavare biocombustibile dalle alghe è ancora troppo caro e questa tecnologia resta per ora in una nicchia sperimentale. Quanto ci vorrà perché questi carburanti arrivino fino ai serbatoi delle nostre auto?

Un paio di lavori scientifici pubblicati recentemente cercano di misurare il pezzo di strada che manca ai biocarburanti da alghe per essere competitivi con gli altri biofuel e con il petrolio: dovrebbero mancare circa 15 anni. Un litro di carburante dalle alghe attualmente costa circa 3 volte e mezzo più che un litro di petrolio e circa il doppio rispetto all'olio di colza. Ma secondo uno studio pubblicato sul numero di ottobre della rivista Energy Policy il gap sarebbe destinato ad essere colmato nel prossimo decennio.

La pubblicazione di Justus Wesseler e Vujadin Dovacevic dell'olandese Wageningen University stima infatti in 52,3 euro per megajoule il costo dei bicarburanti da alghe, da compararsi con i 36 dell'olio di colza e con i 15,8 del petrolio. Per reggere il confronto, la produttività dei reattori che producono biodiesel dalle alghe dovrà crescere almeno del 3-4% annuo per 15 anni. Una evoluzione abbastanza probabile secondo i due ricercatori. Tanto più che biocarburanti convenzionali e il petrolio sono tecnologie mature con margini di miglioramento molto più ristretti e che il calo di prezzo del biodiesel da alghe diverrà più veloce con l'avvio di economie di scala.

Ad agosto altri due ricercatori della Wageningen University, Rene Wijffels e Maria Barbosa , in uno studio pubblicato su Science avevano anche loro stimato in 10-15 anni il tempo necessario affinché i biocarburanti da alghe diventassero competitivi, dimostrando come coltivando ad alghe una superficie grande come il Portogallo si sarebbe potuto soddisfare l'intero fabbisogno europeo di biocarburanti.

Le quantità prodotte per ettaro di biodiesel ottenuto con le alghe sono infatti molto superiori a quelle dei biocarburanti di seconda generazione: dai 3 ai 5mila galloni per acro contro i circa 100 della colza e di altre coltivazioni simili. Se il carburante dalle alghe arrivasse finalmente alla pompe, dunque, potrebbe contribuire significativamente a ridurre alcuni degli impatti più pesanti dei biofuel convenzionali: come deforestazione, consumo di suolo e prezzo dei generi alimentari (vedi Qualenergia.it, Sezione Biocombustibili).

Anche il ciclo di produzione del biodiesel da alghe però non è esente da un certo impatto ambientale e va indagato più a fondo. Un tentativo in questo senso lo ha fatto un lavoro pubblicato alcuni mesi fa da Andres Clarens della University of Virginia. Lo studio, contestato dall'industria del biodiesel da alghe, punta l'indice su un aspetto critico di questo biocarburante di terza generazione: l'uso intensivo di fertilizzanti necessari a fare crescere le alghe. Comprendendo nel bilancio anche la produzione dei fertilizzanti, le alghe – consumo di suolo escluso – non sarebbero migliori delle altre colture energetiche e potrebbero produrre più CO2 di quanta ne evitino. Una soluzione per dare nutrimento alle alghe, suggerisce lo studio, sarebbe quella di utilizzare le acque di scarico delle fogne